martedì 8 aprile 2008

Ingiustizia è fatta, per la morte sul lavoro di un giovane di 24 anni

[Ricevo da Marco Bazzoni questa importante segnalazione. Purtroppo è solo dei tanti casi di profonda ingiustizia. Pensare che per le coppie di fatto, non è praticamente previsto alcun risarcimento, nel caso in cui il compagno nouia sul lavoro.]

Andrea Gagliardoni è morto il 20 giugno 2006 per colpa di una pressa meccanica difettosa che gli ha schiacciato il cranio. La famiglia ha ricevuto dall'Inail uno scandaloso indennizzo di soli 1600 euro per le spese funerarie.
E' una vergogna!!!
E' questa sarebbe la giustizia?!


Marco Bazzoni-Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.


La mamma del giovane elpidiense morto in un infortunio sul lavoro grida allo scandalo. Al processo gli imputati hanno patteggiato la pena di otto mesi

Fermo, 5 aprile 2008 - Giustizia è fatta… o forse no. Dipende dai punti di vista. Non sembrerebbe dalla rabbia di Graziella Marota, la madre di Andrea Gagliardoni, l’operaio elpidiense di 24 anni morto in incidente sul lavoro. E’ accaduto di tutto ieri, prima, durante e dopo l’udienza davanti al giudice del tribunale, Ruggiero Dicuonzo. I primi attimi di tensione ci sono stati quando in tribunale è comparso Mario Guglielmi, il 58enne di Schio (Vicenza) legale rappresentante della ditta costruttrice del macchinario che provocò la morte del giovane. L’atteggiamento non proprio ortodosso dell’uomo ha fatto scattare l’immediata reazione dei familiari del ragazzo. Il padre Marcello Gagliardoni e la sorella sono riusciti a mantenere un atteggiamento più distaccato, mentre la madre si è allontanata in lacrime.

Quando nel corso dell’udienza il pm Antonio Bartolozzi ha illustrato i termini del patteggiamento per i due imputati, è scoppiato il putiferio e la Marota ha manifestato tutta la sua rabbia. Il giudice Dicuonzo, pur premettendo di non volere interferire con l’operato della pubblica accusa, ha specificato che avrebbe preferito un accordo che prevedesse una pena non inferiore ai 12 mesi. Dal canto suo, il pm ha sottolineato l’atteggiamento collaborativo dell’altro imputato, Giuseppe Bonifazi, il 46enne di Magliano di Tenna titolare della Asoplast, la ditta di Ortezzano in cui quasi due anni fa si consumò la tragedia. Il processo si è concluso con un patteggiamento di otto mesi per entrambi gli imputati difesi dagli avvocati Massimo Spina, Daniele Bacalini e Alfredo Tacchetti.

[da il Resto del Carlino]

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6 commenti:

Rapunzel 8 aprile 2008 alle ore 12:20  

Sono cose che ti fanno davvero sentire ipotente, davanti a queste ingiustize con cento braccia e cento bocche...
e poi leggi che certa gente sul lavoro di sicuro non ci muore, visto che non ci va: "I dipendenti pubblici, specie degli enti locali, hanno aumentato il loro tasso di assenteismo: più 9% nei Comuni, più 13% nelle Province.
Il comune di Roma guida la classifica: 39 giorni d’assenza l’anno per ogni dipendente, che diventano 68,5 se si aggiungono le ferie e i permessi retribuiti.
Secondo posto, Rieti, con 37,3 giorni d’assenza.
Terzo Viterbo, con 33,4"
Non ci resta che...?

Crocco1830 8 aprile 2008 alle ore 12:57  

Sono cose che fanno male al vivere civile.
Però Rapunzel, più che all'assenteismo negli enti pubblici (fenomeno forse da indagare meglio), mi preoccuperei di più per queste] parole dello psiconano, sull'argomento morti sul lavoro.

Anonimo,  8 aprile 2008 alle ore 14:23  

Quando stavo in Fiat ti garantisco che c'era un forte assenteismo, ma era dovuto al fatto che gli operai si difendevano così dai supercarichi di lavoro. Ma di fronte ad una morte o a più morti annunciate, le esternazione di quell'ometto lì, sicuramente devono far riflettere oltre al raccapriccio che emanano. Ciao.

Crocco1830 8 aprile 2008 alle ore 14:40  

Supercarichi di lavoro che sono ormai arrivati al limite della capacità umana. E questo, tra l'altro, aumenta fortemente il rischio di infortunio.

Anonimo,  10 aprile 2008 alle ore 09:42  

Con tutti gli utili che l'INAIL ha i familiari delle vittime di infortuni mortali ricevono risarcimenti da fame! Anche coloro che, a seguito di un infortunio sul lavoro, percepiscono una rendita non se la passano meglio... ci sono persone che sono senza un arto ed hanno una rendita mensile di pochi euro. Invece come vengono utilizzate queste risorse? Tali risorse non vengono utilizzate per ridurre i premi pagati dalle aziende virtuose e per finanziare azioni e progetti volti ad accrescere la sicurezza sui luoghi di lavoro. Dobbiamo invece constatare che una parte dell’avanzo dell’Inail viene utilizzato per finalità del tutto estranee alla missione dell’Istituto, come, ad esempio, la costruzione di caserme o di centri sportivi”.

Crocco1830 10 aprile 2008 alle ore 10:23  

@ archimede39: hai perfettamente ragione. A causa del lavoro insicuro tanti sono condannati ad una vita "limitata". Intanto chi è stato causa di infortunio, continua a godersi i profitti provenienti dai risparmi sui costi della sicurezza.

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