venerdì 22 febbraio 2008

Il "ma anche" di Veltroni messo in pratica nelle liste elettorali del PD

Più lo leggo o lo sento, più lo accosto ad un idea politica vicina a quella del suo avversario. O quanto meno alla parte politica avversaria. Di chi sto parlando? Di Walter Veltroni.
La politica condotta come spot elettorali, ha bisogno di attori che sappiano convincere e rassicurare. Così, gli elettori da cittadini sono diventati consumatori. Come nel commercio, il prodotto o servizio da mettere sul mercato, deve trovare riscontro nel maggior numero di potenziali acquirenti e possibilmente in un numero di fasce di consumatori.

E' questa la logica delle candidature nel partito democratico, che vede schierati l'uno al fianco dell'altro Matteo Colaninno, vice presidente dei giovani imprenditori e Antonio Boccuzzi, l'unico operaio superstite del rogo delle acciaierie ThyssenKrupp.
Per quanto mi riguarda, è sempre un piacere vedere un operaio candidato a diventare parlamentare. Magari si potessero vedere sempre più donne, operai, precari, studenti. Ma l'operazione del Partito Democratico, la leggo come quelle pubblicità delle merendine che mettono insieme, l'appagamento del bambino che trova gusto nel mangiarle e la rassicurazione della mamma, convinta che quella merendina non può che farlo crescere bene: la candidatura dell'ex operaio ThyssenKrupp, appaga le speranze della classe operaia; la candidatura di Colaninno rassicura la parte padronale.

E' la messa in pratica forse più evidente, fino ad ora, della filosofia del leader del PD, espressa in quel "ma anche" ormai celebre. Solo che appare più che altro un uso mascherao del bastone e della carota, nei confronti dei lavoratori.

Mi si dirà che la mia è una convinzione pregiudiziosa, che non ci sono elementi per confermare questa mia considerazione. Forse è vero. Ma chissà perchè se provo ad immaginare un colloquio tra l'imprenditore Colaninno e l'operaio Boccuzzi (tra l'altro pare che il primo sia capolista del secondo), non riesco a pensare all'imprenditore che ammette all'operaio, che la strage alla quale è scampato il 6 dicembre 2007 e nella quale persero la vita sette suoi compagni di lavoro, è figlia di una cultura d'impresa che monetizza anche il rischio della morte di un lavoratore.

2 commenti:

Anonimo,  22 febbraio 2008 alle ore 13:10  

Un illustre quanto tragico predecessore dei due comprimari, Hitler, assoldò, nei primi anni di potere, un attore di prosa tedesco che doveva insegnarli portamento e dizione. Malgrado ciò finì come finì.
Oggi i tempi si sono evoluti e sono gli attori a dover prendere materiale da loro. Ciao!

Crocco1830 22 febbraio 2008 alle ore 13:49  

Grazie Riverinflood per averci rispolverato la memoria. Quello che hai citato, non è un aspetto secondario della propaganda hitleriana.
E concordo con te anche sull'evoluzione della specie politicante.
Ciao.

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