giovedì 24 gennaio 2008

Un dramma quotidiano e l'immoralità della politica

"Oggi 21 gennaio 2007, torno a casa alle ore 19 dopo una giornata passata in biblioteca su mattoni di libri. Apro la porta. Trovo tutte le luci spente solo la camera in fondo, quella dei miei genitori è accesa. Ma la luce è bassa come curvata è la schiena di quell'uomo seduto sul letto: mio padre, 55 anni, operaio da sempre, onesto, non ha mai rubato, mai accettato denaro... Questa mattina era uscito per andare a lavorare, come sempre. Eppure questa sera eccolo là, occhi bassi e in silenzio. Sapete perché? Perchéun uomo adulto sembra morto? Oggi nella pausa pranzo, il direttore lo chiama in ufficio, lo fa sedere e poi mettendogli un foglio davanti gli dice: «tieni Massimo firma qui. Se vuoi leggi comunque lo devi firmare per forza. E' il tuo licenziamento». Motivo? Tagli del personale! Addirittura senza un preavviso. Voglio solo dire che mentre mio padre è ancora lì, seduto e piange, io non ho neanche fame. Ho 23 anni studio per fare un qualcosa di grande nella mia vita ma dubito che questo Paese possa aiutarmi a crescere. Non è giusto. Non lo è per un uomo, per nessuno..."

Marty

Sono rimasto colpito alla lettura di questa lettera pubblicata su un quotidiano, immaginando la scena di un dramma così ben descritto. Ma anche direi così frequente e quotidiano.
Il sig. Massimo, questo padre, onesto cittadino, operaio di questa nostra Repubblica fondata sul lavoro, ha vissuto anche lui sulla propria pelle la mancata applicazione della Carta Costituzionale. "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto", art. 4, comma 1 della Costituzione della Repubblica Italiana. Quello di Massimo è solo un esempio di centinaia di drammi quotidiani simili.

C'entra Massimo e con lui quelle tante centinaia di persone che si sentono dire, chessò: "Ci dispiace, ma dobbiare tagliare il personale"; oppure "non ci sono i soldi per pagarti il salario"; o ancora "sali su quella cazzo di impalcatura, senza fare troppe storie!"; c'entrano - dicevo - queste vicende quotidiane con l'attuale situazione politica? C'entrano con il caso Mastella e consorte, con Totò "vasa-vasa" Cuffaro condannato a cinque anni per favoreggiamento di un boss mafioso e con la crisi di Governo? Mi rendo conto che il nesso potrebbe apparire un po' forzato, ma se si considera che la politica dovrebbe considerarsi un'attività umana che attraverso la conquista del potere, si prefigge il compito della distribuzione delle risorse, sia materiali che immateriali, si impone una questione morale che mette in relazione le recenti vicende politiche, con la storia raccontata da Marty nella sua lettera e la moltitudine di vicissitudini quotidiane simili.
L'ex ministro Mastella, pare interferisse nelle nomine di primari nelle strutture sanitarie campane e di questa invadenza nella sfera civile, professionale, del diritto, ecc., Mastella si è arrogato il presunto potere politico, di cui chiedeva riconoscimento all'intero Parlamento.
Totò Cuffaro, si è praticamente vantato di essere stato condannato per aver favorito un boss mafioso e, tra i festeggiamenti per la condanna con cannoli siciliani e spumanti, dichiara di rimanere al proprio posto di presidente della Regione Sicilia. Continuando perciò a condizionare la vita di migliaia di cittadini, costretti a subire un l'arroganza di un potere che non si vergogna di essere legato alla mafia.
Insomma, queste due recenti vicende politche, mostrano una politica italiana che ha rinuncito al ruolo nobile che gli competerebbe e di cui dicevo prima. Si lascia condizionare - e guidare - da altri poteri forti quali Confindustria, chiesa, multinazionali varie ed a vario livello dalla criminalità organizzata. E tra le "linee guida" di quei poteri, che condizionano le scelte della politica, non sono comprese la tutela della dignità delle persone e la tutela e la garanzia dei diritti dei cittadini. Non c'è spazio per ottenere la giustizia sociale, nè per Massimo, nè per altri.
La politica italiana ha scelto di allearsi con altri poteri e con questi di condizionare, assogettandola, la vita dei cittadini, privandoli di quella libertà che dovrebbe invece essere garantita e della giustizia sociale necessaria.
Ecco, l'attuale crisi della politica italiana, mi pare possa essere rappresentata in maniera lampante anche (ma non solo) dalle vicende di Mastella e Cuffaro, che vive nutrendosi di un'immoralità che è propria di una politica che ricerca il governo, con il fine ultimo di preservare interessi particolari di altri poteri forti. E questa immoralità, si vorrebbe addirittura legittimarla in Parlamento e farla tollerare dal popolo, che dovrebbe perciò rassegnarsi a tali situazioni.
E allora mi chiedo, come può questa politica occuparsi di Massimo e di quanti vivono condizioni simili alle sue?

0 commenti:

Posta un commento

Articoli correlati

  © Blogger templates The Professional Template by Ourblogtemplates.com 2008

Back to TOP