martedì 22 gennaio 2008

La crisi di un governo che ha rappresentato solo una speranza.

Maggioranza in crisi per decisione dell'Udeur e del suo leader Mastella, ex Guardasigilli, indagato per concussione dai magistrati di Santa Maria Capua Vetere.
Ora esiste ed è davanti agli occhi di tutti, la possibilità di una crisi dell'esecutivo, di una probabile caduta del Governo Prodi. Gli scenari prossimi futuri non sono affatto certi: Governo istituzionale; elezioni immediate; tenuta traballante; nessuno in questo momento può dire con certezza cosa accadrà. Almeno fintanto che non si avranno notizie dalla Camera dei Deputati, dove questa mattina si conoscerà l'esito della verifica di maggioranza, a seguito della quale si potrebbe replicare al Senato.
Con elezioni immediate, stando all'interpretazione grossolana degli umori degli italiani, difficilmente potrà essere replicato un Governo di centro-sinistra. Ma anche da quanto si legge dalle dichiarazioni degli esponenti politici dei maggiori partiti italiani, con Veltroni che pochi giorni fa aveva dichiarato la sua intenzione (e perciò quella del PD) di correre da solo alle prossime elezioni, invitanto nel contempo Berlusconi a fare lo stesso con il suo partito.
Provo a considerare la crescente preoccupazione degli italiani, specie di quanti avevano creduto in un possibile cambiamento delle politiche economiche, sociali, civili, estere, con questo governo ormai prossimo alla crisi. Ed in effetti, c'è poco di cui stare allegri, se si considera che eventuali elezioni anticipate, potrebbero vedere il ritorno della Casa delle Libertà, con i partiti di centro-destra ritrovati in nuova unione politico-elettorale. Ma neanche un eventuale governo istituzionale, farebbe dormire gli italiani di beati e tranquilli sonni. Ci sarebbe in ogni caso un dirompente ritorno di politiche pressochè conservatrici, liberiste, monetariste, che certo non farebbero bene alla persecuzione di obiettivi che da un Governo di centro-sinistra ci si aspetterebbe, anche se nei limiti di un riformismo che oggi ha perso tutto il senso del termine. Immagino così i possibili scenari futuri, nel caso di un nuovo Governo di centro-destra.
I lavoratori, che in questi ultimi cinque anni hanno visto ridursi il proprio salrario reale di poco meno di 2000 euro e che negli ultimi venti anni sono stati costretti a subire un vero e proprio scippo a favore dei capitali, non potranno più vedere realizzate politiche redistributive della ricchezza. Certo che nemmeno l'attuale esecutivo e la sua maggioranza, si sono affannati a trovare soluzioni strutturali e perciò di lungo termine in tal senso, però almeno poteva essere coltivata una speranza.
Penso anche a quanti ogni giorno muoiono sul lavoro. Con un Governo di centro-destra, a forte trazione liberista e capitalista come è per sua natura, non riesco davvero ad immaginare un concreto ed urgente intervento in favore della tutela dell'integrità fisica dei lavoratori. I 1300 morti ogni anno nei luoghi di lavoro, sono il prezzo pagato dai lavoratori alla crescita del profitto, perseguito anche attraverso la ricerca di una crescente produttività, fatta solo per mezzo della concessione al potere capitalista, di poter decidere sui tempi di lavoro e di vita dei lavoratori. Come potrà efficacemente mettere mano a tale situazione un Governo liberista come quello che è stato sconfitto alle scorse elezioni politiche? Certo che l'attuale maggioranza ha concesso molto agli industriali, non ultimo il recente accordo che permette maggiori straordinari e minori permessi retribuiti. Ma lameno ci si poteva illudere che nel futuro prossimo si sarebbe rispettato il programma elettorale, con il quale si affermava di voler superare la legge 30. Così come si poteva auspicare in un fattivo intervento per porre fine allo stillicidio quotidiano sul lavoro.
Anche i pensionandi se la sono scampata bella. Il precedente Governo con il suo ministro Maroni, avrebbe applicato per legge uno scalone, che da un giorno all'altro avrebbe spostato l'età pensionabile da 57 a 60 anni. Per loro fortuna questo Governo che si appresta ad essere sfiduciato, ha posto rimedio a questa sciagura: ora l'età pensionabile sarà aumentata gradualmente, fino a raggiungere i 63 anni con un meccanismo di quote tra età e anni di contribuzione, ma almeno non più in un colpo solo. Almeno però i pensionandi hanno potuto vivere una speranza.
Si, va bene, ma altri e tanti sono i motivi per cui dovremo scongiurare la caduta di questo Governo. Almeno i Valsusini in lotta contro il TAV, se il Governo Prodi riuscirà a mantenersi in piedi, potranno continuare ad augurarsi di avere un iterlocutore con il quale confrontarsi, per trovare una soluzione praticabile tesa ad evitare la devastazione del territorio e per cominciare a ragionare su soluzioni efficaci in termini di trasporti di merci e persone. Ehmm ... no, dimenticavo che il ministro Di Pietro ha categorigamente affermato che il TAV si farà, punto e basta.
Ah ... già! Ecco un buon motivo per sperare che il Governo non cada: il no alle guerre preventive ed alle sue logiche, con tutte le conseguenze che questa linea avrebbe comportato: ripensamento delle servitù militari; uscita dagli scenari di guerra preventiva americana; riduzione delle spese militari. Beh ... è vero, niente di tutto ciò è stato fatto: il Governo decide che la base militare di Vicenza si farà; le spese militari sono aumentate; i nostri soldati rimangono nei teatri di guerra. Ma almeno si poteva auspicare in un futuro cambio di rotta.
Eppoi mi scorrono nella mente altre promesse elettorali, grazie alle quali questa maggioranza ha vinto le elezioni: rilancio della scuola pubblica; maggiori finanziamenti da destinare alla ricerca; istituzione di una commissione d'inchiesta per i fatti del G8 genovese; riforme per migliorare la pachidermica pesantezza giudiziaria. Lo so che di queste e diverse altre promesse contenute nel programmone elettorale, tante sono state affossate ed altre ancora lontanissime dall'essere realizzate. Ma almeno con un Governo di centro-sinistra, si poteva ancora coltivare la speranza di una realizzazione di quelle promesse.
Ripenso a quante volte ho utilizzato i termini speranza, illusione, auspicio, augurio e mi accorgo di quello che fino ad ora è stato questo Governo: la fantasticheria di un reale cambiamento, infrantosi contro il servilismo della politica nei confronti di poteri forti, che a seconda delle circostanze prendevano il nome di gerarchia cattolica, confindustria, banche e lobbies varie.

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