venerdì 21 dicembre 2007

Omicidi sul lavoro. Nessun miglioramento dalla finanziaria 2008

Ecco un ulteriore dato di fatto (ma non ne sentivamo la necessità), della poca attenzione reale della politica, alla urgente e drammatica questione degli infortuni sul lavoro. La denuncia viene direttamente dal presidente dell'ANMIL Pietro Mercandelli: "Malgrado le buone intenzioni del Ministro del Lavoro, la legge finanziaria per il 2008 ed il provvedimento urgente collegato non recano alcun provvedimento in favore delle vittime del lavoro".
Quanto fatto emergere dal presidente dell'ANMIL, si scontra con le dichiarazioni del Ministro del Lavoro Cesare Damiano, che pochi giorni fa ipotizzava l'utilizzo di una parte dell'avanzo di gestione dell'INAIL, per abbassare il costo del lavoro e premiare le imprese capaci di ridurre il numero di incidenti.
Almeno due potrebbero essere le considerazioni contrastanti: una di ordine - per così dire - morale; l'altra più specificatamente di merito.
La questione morale è da connettere al fatto che fino ad oggi questo governo ha finanziato le imprese, quanto mai era stato fatto da precedenti governi, quando già i profitti sono cresciuti del 15%, (nelle grandi imprese + 65%), mentre i salari hanno perso negli ultimi 5 anni 2600 €. Inoltre è sempre bene ricordare, che la sicurezza nei luoghi di lavoro è un dovere (o lameno dovrebbe esserlo) e non una concessione che le imprese fanno ai lavoratori. Occorrebbe invece rivalutare al rialzo le sanzioni da comminare agli imprenditori che disattendono le norme in materia di sicurezza, oltre che garantire la certezza della pena. Al contrario oggi le sanzioni per inadempienze ai dettati normativi in materia di prevenzione e protezione, sono quasi sempre ridotte a un terzo del previsto, mentre i tempi lunghi dei procedimenti penali garantiscono spesso la prescrizione del reato.
L'altra considerazione, di merito, è da far ricadere alla natura assicurativa dell'INAIL, che funziona nè più nè meno con un bonus malus. In pratica le aziende che riducono il numero di infortuni, già oggi si vedono ridurre il proprio tasso assicurativo, ottenendo perciò un risparmio in tal senso. Non fa notizia poi, dire che spesso le imprese nascondono il numero reale degli infortuni occorsi (non denunciandoli, grazie anche al potere ricattatorio di cui dispongono soprattutto nei confronti di lavoratori precari), per garantirsi riduzioni del premio assicurativo.
Ancora di più, l'INAIL garantisce un ulteriore 10% di sconto, per quelle aziende che dimostrino l'applicazione di sistemi di gestione aziendali per la sicurezza.
In questo quadro, tante sarebbero le proposte da avanzare ai fini di un miglioramento dei diritti dei lavoratori ai fini della sicurezza: deprecarizzazione del lavoro; estensione dell'art. 18 dello statuto dei lavoratori; miglioramento delle condizioni economiche dei lavoratori. Ma per rimanere in tema, si potrebbe pensare di destinare il tesoretto dell'INAIL (ben 12 miliardi di euro) ad un sostanzioso incremento degli indennizzi da destinare ai superstiti dei caduti sul lavoro ed ai lavoratori che hanno subito infortuni invalidanti in modo permanente.
Sarebbe almeno un piccolo risarcimento per quei lavoratori e superstiti di morti sul lavoro, che in questi ultimi anni hanno visto ridursi gli indennizzi in caso di infortunio o malattie professionali.


1 commenti:

Unknown 22 dicembre 2007 alle ore 00:18  

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http://ortonaviggiano.altervista.org/

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